Artista, designer, grafico, scrittore, pedagogista, ricercatore, formatore, Maestro. Ogni definizione del genio poliedrico di Bruno Munari risulta riduttiva e ogni sintesi del suo lavoro incompleta; certamente a fare da fil rouge nel suo pensiero c’è un uso della creatività come strumento di indagine e scoperta, una visione della fantasia come forma di conoscenza.
Tanti i casi in cui è stato in grado di ribaltare il significato delle cose, o di ampliarlo, approcciandosi da una prospettiva altra, che prima di lui non esisteva.
Qui vorrei focalizzarmi sulla sua attività di esplorazione del mondo dei bambini al fine di predisporre un ambiente adeguato alle loro necessità.
Abitacolo | il letto per bambini di Bruno Munari
È perseguendo questo scopo che, nel 1971, Munari arriva a progettare Abitacolo, all’apparenza un semplice telaio in acciaio che invece rappresenta una composizione estremamente versatile e impossibile da classificare, proprio come il suo ideatore.
Lasciamo quindi che sia lui stesso a introdurla: “Abitacolo è una struttura abitabile, un supporto quasi invisibile per il proprio microcosmo. Pesa 51 chili e può portare anche venti persone” (da “Artista e designer”, Bruno Munari).
IL CONSIGLIO DI CARLOTTA
Artista e designer è un libro molto interessante, ma credo che per capire profondamente il mondo di Munari (e forse il mondo della progettazione in generale) sia necessario leggere “Da cosa nasce cosa. Appunti per una metodologia progettuale.” Sul saper progettare Munari scrive: Se si impara ad affrontare piccoli problemi si può pensare anche di risolvere poi problemi più grandi. Il metodo progettuale non cambia molto, cambiano le competenze: invece di risolvere il problema da solo se il progetto è grande occorreranno più componenti e collaboratori. |
Le caratteristiche di Abitacolo
Ma torniamo ad abitacolo: un letto multifunzionale, dunque, una composizione accessoriata montabile e smontabile che può originare svariate combinazioni, per altrettanti utilizzi. Un’architettura essenziale dove ogni componente è lì per un motivo e dove anche una metratura minima può essere sfruttata al massimo e, anzi, ampliata, visto che questa navicella – o, per l’appunto, abitacolo – è predisposta per giocare, leggere, studiare, arrampicarsi (è sufficientemente stabile), riordinare, dormire e… sognare. Il tutto con un ingombro di 206 x 83 x 194 cm!
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Le linee orizzontali, verticali e, solo in pochi tratti, diagonali, disegnano un reticolo al tempo stesso aperto e delimitato, tenuto in piedi da sole otto viti, e che proprio grazie a questo assetto può essere adattato in base all’età, alla personalità e alle esigenze abitative: i ripiani sono regolabili in altezza, ma anche ripiegabili, possono essere sfruttati come scrivania, comodino o tavolino basso, il letto può essere sostituito con un tavolo, le ceste e le mensole si agganciano ovunque, la rete in alto consente di sistemare gli oggetti ingombranti.
Abitacolo, l’habitat modulare inventato da Munari, prodotto prima da Robots e poi da Rexite, ha cambiato il modo di concepire la fruizione degli spazi da parte dei giovanissimi, lasciando tutto in uno stato di “ordinato disordine” e trasmettendo un senso di protezione e di rifugio. Nel 1979, infatti, Abitacolo fu insignito dell’XI Compasso d’Oro e successivamente inserito nella collezione permanente del MoMa di New York.
CONSIGLIO DI LETTURA:
“Cappuccetto Verde”, “Cappuccetto Giallo” e “Cappuccetto “Bianco” di Bruno Munari – Corraini Dai 4 anni. |
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