Hai appena comprato casa e vuoi restaurare il parquet a terra? In questo articolo cerco di spiegarti come riconoscere un buon parquet, quando vale la pena restaurarlo e come fare per cambiargli colore.

Il parquet è sicuramente tra le tipologie di pavimento più amate, ma attorno alla quale ruotano moltissime domande e dubbi. Insostituibile dal punto di vista visivo, inimitabile dal punto di vista delle sensazioni tattili, il parquet è un must have. Un appartamento con il parquet in legno ha sicuramente la capacità di avvolgere, accogliere e creare la sensazione di Casa, quella con la C maiuscola.

Il parquet è presente in moltissime case italiane; per questo motivo in fase di ristrutturazione è importante conoscere al meglio il materiale per valutare se e come restaurarlo.

Come riconoscere un buon parquet

restaurare il parquet

Partendo dalle basi, sono tre i fattori per riconoscere un buon parquet:

  • la tipologia
  • la qualità dei listoni
  • la qualità della posa e dei materiali utilizzati per essa

La tipologia di parquet

restaurare il parquet

Partiamo dal primo fattore. Esistono due tipologie differenti di parquet, non solo per caratteristiche interne del listello, ma anche per lavorazione, messa in opera e lucidatura: il parquet in massello e il parquet prefinito.

I listelli del parquet in massello tradizionale sono realizzati con legno nobile, da un unico blocco di spessore massimo 22 mm. Nel parquet prefinito, invece, solo lo strato superiore è di legno nobile e viene incollato su un supporto in legno povero o in multistrato.

Per quanto riguarda la posa, il parquet in massello può essere incollato al pavimento o posato tramite chiodi su un fondo in travetti (la posa termina poi con una levigatura e una verniciatura manuale). Per il parquet prefinito, invece,  la posa è più semplice e veloce e avviene tramite incollaggio o posa flottante con applicazione di uno strato di poliuretano espanso sul pavimento.

Quindi possiamo dire che il parquet tradizionale è più durevole e robusto perché permette molteplici levigature, nonostante questo è maggiormente suscettibile di dilatazioni e deformazioni e più sensibile a sbalzi di temperatura e umidità; per questo motivo, nel caso di ristrutturazione dell’immobile va protetto al meglio anche prima della levigatura.

Dal punto di vista delle ristrutturazioni, sicuramente vale la pena restaurare un parquet in legno massello, mentre per quanto riguarda il prefinito, si può valutare di mantenerlo soltanto se in buone condizioni.

La qualità dei listoni

restaurare il parquet

Passiamo al secondo fattore. Per valutare la qualità dei listoni, il primo passo è riconoscere l’essenza del legno utilizzato; ad esempio, tra i più pregiati troviamo il noce, la quercia, il castagno, l’olmo, il ciliegio, l’ulivo e il teak. In alternativa, un parquet può essere definito di qualità se si prende a riferimento la sua capacità di mantenersi inalterato nel tempo, ovvero di essere resistente, stabile e duro come ad esempio il rovere. Successivamente è importante valutarne la superficie: nel caso di parquet antichi la presenza di nodosità elevate e irregolari saranno indicative di parquet meno pregiati.

Parliamo di parquet antichi, perché oggi molto spesso, le aziende producono parquet ad alte nodosità per un mercato più alto, alla ricerca della naturalezza del materiale e quindi il percepito del materiale è notevolmente cambiato.

La qualità della posa in opera

restaurare il parquet

Infine, ultimo fattore, ma non meno importante: la posa in opera. Prima di tutto, se il parquet presenta decori e lavorazioni particolari sarà quasi sicuramente di forgia elevata perché, quasi sempre, è stato realizzato su commissione e il disegno ne accrescerà il valore.

Inoltre, è da valutare l’uso di materiali secondari, come le colle, affidabili e a norma di legge. Ovviamente solo un occhio esperto potrà fornirti queste informazioni, a meno che tu non abbia in mano le certificazioni rilasciate per quel parquet.

A proposito di tipologie, in questo articolo ti racconto i diversi TIPI DI POSA DEL PARQUET

Quando vale la pena restaurare un parquet esistente?

restaurare il parquet

Come dicevamo, per capire se e come restaurare il parquet, la prima valutazione va fatta sulla tipologia di parquet. Nel caso di parquet prefinito, non è possibile procedere al restauro perché la levigatura porterebbe in superficie il legno povero che costituisce il supporto. Se invece ci troviamo di fronte a un legno massello, bisogna fare alcune valutazioni. È importante comprendere quante volte è già stato lamato (asportazione dello strato superficiale fino ad arrivare al legno allo stato naturale) e come si presenta il sottofondo. Tutte valutazioni che solo un professionista potrà attuare con un sopralluogo.

Cambiare il colore al parquet esistente

colorare il parquet

Se hai appena acquistato casa e a terra è posato un parquet di cui non ti piace il colore, potresti avere una possibilità. Infatti, se si tratta di parquet massello, potresti procedere con una lamatura e una colorazione sul posto. Anche in questo caso, è necessario il sopralluogo di un professionista che dovrà valutare quante volte il parquet è già stato lamato e se l’essenza in questione permette una colorazione. In linea di massima, risulta piuttosto semplice colorare il rovere, mentre nel caso di essenze scure o “oleose” (come il teak o l’ulivo) sarà molto complesso, se non impossibile.

Nel caso di queste essenze, però, potresti pensare a colorarlo in modo superficiale e creare tappeti di colore a terra.

Cosa ne pensi?

 

– Questo articolo è stato scritto in collaborazione con Idea Ristruttura, impresa edile con più di 20 anni di esperienza che si occupa di ristrutturazioni e coordinamento cantieri a Torino e provincia. Spero sarai felice di sostenere i brand che supportano questo blog! –