Se ti trovi di fronte alla progettazione o alla scelta del box doccia, questo post fa per te; è una guida facile e veloce in cui ho riassunto tutto, ma proprio tutto, ciò che devi sapere per comporre la tua zona doccia, a partire dal piatto.
Ti anticipo solo che per realizzarla ho “rubato” foto e prodotti al sito Disenia, azienda che fa parte di Ideagroup dedicata all’area relax della stanza da bagno (vasche da bagno e docce).
Cominciamo subito!
1. Prendiamo le misure (ma facciamolo bene)
Oggi le aziende producono piatti doccia e box doccia su misura, i vincoli sono davvero ridotti rispetto a qualche anno fa. Si possono realizzare zone doccia anche in nicchie difficili, o in bagni con pareti stondate, colonne o altri impedimenti. La differenza la faranno il budget (eh sì, su misura costa di più, ci sta no?) e… il rilievo misure corretto! Sarò di parte, ma ti consiglio sempre di affidarti a chi come me è progettista di professione 😉
Due premesse:
- Il piatto doccia viene quasi sempre posato prima delle piastrelle;
- Il box doccia viene installato dopo la posa delle piastrelle (o altro rivestimento).
Va da sé che i rilievi si fanno in due tempi diversi. Inutile precisazione? Non tanto, a giudicare dagli errori di cantiere che avvengono più spesso di quanto pensi.
Il piatto doccia può essere realizzato su misura o acquistato scegliendo tra le numerosissime misure oggi disponibili. La prima opzione è utilissima quando ci si trova davanti nicchie irregolari o grandi zone doccia con difetti strutturali (muri davvero poco in bolla!). La possibilità di poter scegliere anche tra diversi tipi di piletta (centrale, laterale, su tutta la lunghezza) permette di adattare il piatto doccia all’eventuale scarico preesistente: non sempre, infatti, è possibile discostarsene molto.
2. Scegliamo il piatto doccia (sarà mica così difficile?)
Ma non erano solo in ceramica una volta? Sì, ok, ma dimentica il passato.
I piatti nelle immagini qui sopra ad esempio sono in ceramica (Sandy in alto a sinistra), Aquatek (Half in alto a destra), Tecnogel (Luna in basso a sinistra) e Corian (City in basso a destra): qui trovi la panoramica completa delle proposte.
Ma torniamo a noi, scegliere il piatto doccia oggi significa trovarsi davanti un ventaglio di possibilità materiche che possono mandare in confusione, soprattutto se i nomi di alcuni materiali possono dire poco o nulla a chi non è del mestiere (ma… indovina un po’, è qui che entriamo in gioco noi!). Sai cosa significa oggi scegliere il piatto?
- Individuare il prodotto più adatto in base agli spazi a disposizione (altezza, presenza o meno di bordo, tipo di fondo presente, pendenze, posizione dello scarico);
- Scegliere il materiale compatibile con le abitudini di chi vive la casa (ami il marmo naturale? Ok… ma sai che cura dovrai prestare per tenerlo intatto? Sai, inoltre, che esistono materiali che imitano perfettamente il marmo ma sono pratici come la ceramica?)
- Selezionare i piatti con la piletta più adatta (velocità dello scarico, dimensioni, posizione rispetto a eventuali scarichi precedenti, altezza nel caso in cui si voglia un piatto a filo pavimento);
- Scegliere il piatto anche in base al colore, se questo è un elemento importante all’interno del progetto d’arredo della stanza (potrebbe anche essere il punto di partenza).
I piatti colorati ormai sono abbastanza comuni: non immaginare per forza piatti blu e rossi; magari grigio chiaro, beige, o colorazioni tenui possono coordinarsi in modo armonico con il progetto del bagno, e sostituire il tradizionale bianco. O, se invece ti piace osare, un piatto dello stesso colore del mobile (o del rivestimento a parete) potrebbe fare al caso tuo.
3. E ora, veniamo al box doccia!
Che poi era il titolo del post. Partiamo dalle basi: quante cose bisogna scegliere di un box doccia? O meglio, cosa vuol dire – oggi – scegliere il box doccia?
- Dimensioni (e fin qui, ci siamo);
- Tipologia di apertura (scorrevole, battente, saloon, ecc…);
- Finitura e colore dei profili (ovvero il telaio metallico, che non è più solo cromato o bianco);
- Finitura dei pannelli (generalmente in vetro temperato o cristallo temperato) ed eventuali trattamenti;
- Dettagli (maniglie, pomoli, eventuali decori).
Oddio, tutte queste cose? Sì, ma per fortuna – l’ho già detto? – esiste chi ti aiuta a progettare il bagno e la zona doccia, che tutti questi dettagli li ha bene in mente e ti farà le domande (o le proposte) giuste per non tralasciare nulla.
Le dimensioni
Il rilievo definitivo per l’ordine del box doccia va eseguito a piatto doccia posato, in modo da tenere conto dell’effettivo spessore delle piastrelle, del bordo del piatto, della posizione della rubinetteria o anche degli ingombri esterni.
Cosa intendo? Capita di avere un radiatore installato molto vicino al box, in una posizione che ostacolerebbe l’apertura di una porta battente. O una colonna doccia che rischierebbe di rompere il vetro di un’antina saloon che si apre verso la parete interna su cui è installata. O un piatto doccia con bordo più sottile di quello del profilo del box doccia (fantascienza? No, realtà). Per non parlare di nicchie troppo piccole per porte scorrevoli che limitano troppo lo spazio di ingresso (che è stato dunque mal calcolato).
La tipologia di apertura
Qui ci sarebbe da fare un intero post, perché ne esistono di tanti tipi e risolvono le più disparate esigenze progettuali, funzionali e stilistiche. I box doccia possono avere ante scorrevoli (a due, tre o quattro pannelli a seconda della larghezza), battenti, a saloon, a libro, pivottanti o formate da una parte fissa e una porta (anche qui battente, saloon, ecc ecc…). Per scegliere correttamente la tipologia più adatta vanno considerati diversi parametri, tra cui gli ingombri esterni e interni delle ante, lo spazio di entrata in doccia, il gusto personale, la facilità di pulizia e manutenzione di ciascuno. Dire genericamente che uno scorrevole è più difficile da pulire non sarebbe corretto, perché dipende dal box e dalla sua qualità, dunque da come è stato progettato.
Finitura dei profili
La maggior parte dei box doccia è realizzata in alluminio, materiale leggero e flessibile perfetto per questo tipo di intelaiature. I trend degli ultimi anni hanno diffuso sempre più la prassi di coordinare anche il box doccia al resto del bagno, quindi ai profili metallici tradizionali (satinato, cromato) si aggiungono anche quelli con finiture cangianti o verniciati nella gamma cromatica dell’arredo. Le cose, insomma, si sono complicate parecchio: il mobile da bagno si abbina al piatto doccia, che si abbina alle piastrelle, che allo stesso tempo si coordinano con rubinetteria e altri dettagli metallici come – appunto – i profili del box doccia. Ansia da prestazione? Ma è fantastico! Altrimenti noi progettisti e progettiste a chi serviremmo?
Finitura dei pannelli
Bene. Qui parliamo di vetri, e i vetri – lo sappiamo – sono trasparenti e lisci, così la scelta è faciliss… Ah, no. Pensa, perfino i trasparenti non sono più solo trasparenti ma possono essere extra-chiari (un tipo di vetro che elimina quella sfumatura verde acqua nello spessore della lastra) o meno. Ai classici stampato C o Cincillà (sì, lo so, forse non ti dice nulla, ma erano due tipi di vetro opaco molto diffusi anni fa) si sono man mano aggiunte tantissime alternative: il vetro satinato, il colorato, il riflettente, il serigrafato… E ora, il cannettato! Va da sé che per vetri con un tale carattere va studiato un progetto ad hoc, perché possono diventare i protagonisti della stanza.
Altro parametro in gioco è lo spessore dei vetri: i più comuni sono 6 e 8mm e dipende dalla struttura del box doccia. Se è completamente intelaiato in genere ha un vetro da 6 mm, se invece è frameless molto probabilmente monta un vetro da 8mm, per garantire maggiore stabilità ed evitare la flessione della lastra.
Dettagli
Per alcuni modelli c’è la possibilità di scegliere la maniglia o i pomoli, in questo caso è più questione di gusto che altro. Spesso i profili dei box integrano la stessa maniglia, che scompare visivamente nella stessa struttura metallica. Ma capita che sia l’elemento caratterizzante del design del box doccia. Anche qui, insomma, c’è l’imbarazzo della scelta.
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Trend: colore, colore, colore
L’ho già detto nel testo ma lo ribadisco perché la tendenza è davvero fortissima e va sottolineata: piatto doccia e profili del box doccia possono essere coordinati (sì, hai capito bene: possono essere dello stesso colore) e abbinati a loro volta al resto dell’arredo (mobile da bagno, radiatore,top lavabo). La possibilità di giocare con l’elemento colore permette di arricchire la stanza da bagno con palette tono su tono o in contrasto, a seconda dei gusti e del progetto.
Leggi il blogpost dedicato alle 4 IDEE DA COPIARE DALLO STAND IDEAGROUP A CERSAIE
Eccoci alla fine di questa miniguida per la progettazione del box doccia. Pensavi fosse più facile? Immagino di sì…In ogni caso, potrai sempre rivolgerti a me e al team unprogetto per arredare e progettare la zona doccia del tuo bagno (e spero l’intero bagno ovviamente… tutta casa? Dai, facciamo tutta casa).
Ps. Sono qui per qualsiasi dubbio o spiegazione, ti rispondo nei commenti!
— Questo articolo è stato scritto in collaborazione con IDEAGROUP. Come sempre, tutte le opinioni sono mie. Spero sarai felice di sostenere i brand che supportano questo blog! —
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