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Serendipity. È questa la modalità con cui nasce la collaborazione tra il regista Luca Guadagnino e Dennis Paphitis, fondatore di Aesop, brand australiano di cosmetici e cura per il corpo. 

Luca Gaudagnino racconta che durante il suo viaggio a Los Angeles per la presentazione del suo ultimo film Call me by your name, ha trovato nella sua camera d’albergo un messaggio di Paphitis. La proposta era di progettare il primo store monomarca Aesop a Roma. Sì, perché il regista, profondamente appassionato di interior e design, ha fondato lo studio di architettura omonimo, con cui ha firmato anche il progetto degli interni della casa del suo amico Federico Marcheetti ­– founder di Yoox Net à Porter Group – sul Lago di Como.

>>> se non hai ancora visto il film Call me by your name, guardalo, ti prego!

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via living.corriere.it

Il concept

In seguito a una conversazione nata su un treno, Guadagnino e Paphitis elaborano il concept alla base del progetto; è necessario che il nuovo negozio si inserisca nel modo più discreto possibile nel contesto architettonico, piazza San Lorenzo in Lucina. Così come l’impegno di Aesop mira a ridurre al minimo l’impatto ambientale producendo solo prodotti naturali e sostenibili, anche lo store deve rispettare lo stesso obiettivo.

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via domusweb.it

Lo studio Guadagnino ha elaborato dunque un progetto che si inserisce in modo perfettamente coerente nel contesto romano. L’ispirazione prima proviene dalla vicina chiesa di San Lorenzo in Lucina, costruita nel V secolo come domus ecclesiae, ovvero come abitazione adibita a luogo di preghiera e rifugio. Il pavimento dello store dagli intarsi geometrici ricorda in maniera estremamente fedele i marmi della chiesa; anche i lavabi, che per l’azienda sono fondamentali per far testare i prodotti ai clienti, ricordano il fonte battesimale della chiesa. Infine, anche i colori degli scaffali in lacca rossa e crema costituiscono un ulteriore richiamo a San Lorenzo.

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via internimagazine.com

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Roma anni Cinquanta e Sessanta

Dalla conversazione tra i due, tuttavia, emerge anche un’altra necessità: quella di far rivivere in qualche modo le atmosfere della Roma anni cinquanta. Quella di Maria Callas e Pier Paolo Pasolini.

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«Abbiamo capito di essere attratti dall’idea di una Roma ormai scomparsa, dagli anni cinquanta, dalla contrapposizione tra gli antichi edifici della città e della campagna circostante. Il cinema di Pasolini è stato un’altra grande fonte di ispirazione. In particolare il suo film del 1967, Edipo Re».

Ecco spiegata la scelta delle mensole nere laccate che ricordano inequivocabilmente la bachelite degli occhiali di Pasolini.

Come per l’estetica della sua produzione cinematografica, Guadagnino dimostra un eleganza e un equilibrio esemplari, nonostante si fosse definito “intimidito” al pensiero di intraprendere un compito a cui non era abituato. Chissà che il suo campo d’azione non stia lentamente spostandosi dal cinema all’interior design!

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