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Giovedì sera presso il Triennale Teatro dell’Arte sono stati proclamati i vincitori del premio internazionale Salone del Mobile Milano Award.
Per il secondo anno, il Salone del Mobile.Milano celebra questo appuntamento: un premio speciale dedicato a quanto di meglio il mondo dell’arredo e del design ha presentato in occasione della scorsa edizione della manifestazione.
“Con questo premio – dichiara il presidente Claudio Luti – il Salone del Mobile vuole dare continuità alle emozioni che la manifestazione ha saputo trasmettere riconoscendo il grande impegno creativo, produttivo e organizzativo delle aziende e di tutti quei designer e personaggi che contribuiscono ad attrarre a Milano tutta l’innovazione possibile di prodotto e di processo produttivo”.
Il Salone del Mobile Milano Award è stato attribuito da una giuria di prestigio:
- Silvana Annicchiarico, Direttrice del Triennale Design Museum, Milano
- Domitilla Dardi, Curatrice per il design al MAXXI, Roma
- Massimo Mini, CEO designboom, Ettore Mochetti, Direttore di AD Italia
- Margherita Palli, scenografa
- Livia Peraldo Matton, Direttrice di Elle Decor Italia
- Davide Rampello, Docente di Arti e mestieri dei territori al Politecnico di Milano
Ecco gli 11 vincitori:
Miglior prodotto Workplace3.0: Io.T / studio Gtp e Tecno
Per la maestria nel coniugare elementi tecnologici innovativi e funzionalità con i bisogni di relazione umana che l’ambiente ufficio contemporaneo richiede.
Miglior prodotto Euroluce: Filo / Andrea Anastasio / Foscarini
Per la capacità di rileggere la tradizione con un linguaggio contemporaneo e internazionale, in grado di dare un nuovo senso strutturale all’idea di decoro e personalizzare il prodotto seriale.
Miglior prodotto xLux: D.Vision3 / Ferruccio Laviani / F.lli Boffi
Per la capacità di proiettare i codici progettuali della tradizione classica nella cultura contemporanea. Segno di un nuovo eclettismo che enfatizza le potenzialità artigianali.
Miglior prodotto Classico: Collezione Black & White / Provasi
Per aver saputo coniugare materiali, lavorazioni e decorazioni di gusto contemporaneo (il rivestimento in pelle nabuk e tessuto, la borchiatura in argento vagamente orientaleggiante) e forme desunte invece dai grandi modelli del passato dando così vita a uno stile inedito e a modo suo innovativo pur se in continuità con l’eleganza della tradizione classica.
Miglior allestimento: Flos / Calvi Brambilla
Per un allestimento che va oltre la canonica nozione di stand fieristico per la capacità di condurre il visitatore fra i corpi illuminanti come in una narrazione. Dal fuori al dentro dove luci, colori, materiali, pieni e vuoti si orchestrano magistralmente.
Miglior prodotto arredamento: Pack / Francesco Binfaré / Edra
Perché trasforma un oggetto funzionale in una sorta di metafora transizionale: un divano confortevole che ripensa alle posture, capace di accogliere e coccolare. Ma anche un paesaggio domestico che diventa manifesto dei grandi cambiamenti epocali.
Miglior designer esordiente: Elena Salmistraro
Per la capacità di introdurre il proprio immaginario espressivo nel dialogo con la grande produzione seriale, arricchendola di nuovi spunti di riflessione.
Miglior designer: Philippe Starck
Per la coerenza con la quale negli anni è riuscito a creare oggetti che parlano un linguaggio internazionale. Un maestro del contemporaneo che continua a sorprenderci.
Premio alla carriera: Ernesto Gismondi
Per il senso di contemporaneità, per l’innato talento nel saper elaborare continue soluzioni formali che uniscono allo stesso tempo uno stato di leggerezza con la capacità di evocare un futuro prossimo.
Premio speciale della giuria: Marva Griffin
Per la generosità e alla lungimiranza di chi ha creduto in un progetto per e con i giovani: un tributo doveroso a una donna alla quale tutti sono grati e riconoscenti.
Premio speciale Banca Intesa Sanpaolo (partner istituzionale): De Castelli
Per “Tracing Identity”, un progetto corale capace di esaltare le qualità produttive dell’azienda attraverso le declinazioni di progettiste che interpretano la materia prima secondo la loro personale visione d’autore.
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