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Radiocubo nasce nel contesto dei primi anni ’60, quando a Liverpool si cantava Love, love me do | You know I love you. Nel frattempo Andy Warhol, nella Factory di 231 East 47th street iniziava la sua serie di Death and Disaster, raffigurante immagini di incidenti stradali, omicidi e sedie elettriche.

Gli anni ’60 furono tuttavia anche quelli della plastica colorata, della luce fluorescente e del prêt-à-porter. La ventata di libertà e anticonformismo portata dalla musica e dal’arte si rifletteva, infatti, anche nelle scelte estetiche; i Sixties rappresentarono il punto più alto dell’eccesso stilistico. L’eredità degli anni ’50 venne presa e reinterpretata sotto una visione del tutto nuova e psichedelica.

radio brionvega radiocubo-ts525 icona design zanuso sapper

via lacasainordine.it

È in questo panorama che, nel 1964, l’architetto Marco Zanuso e il designer Richard Sapper inventarono uno dei simboli del design Made in Italy: il Cubo di Brionvega. Composta da due scocche cubiche con spigoli arrotondati, la radio si apriva rivelando due sezioni interne con i comandi, mentre quelle esterne potevano unirsi grazie a una calamita. La vera rivoluzione stava però nella maniglia superiore, grazie alla quale era possibile portare la radio con sé. L’elettrodomestico diventa così un bene mobile e trasportabile, così come l’intrattenimento che esso fornisce.

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Anni ’20 | l’antenato di Radiocubo

Radiocubo era infatti uno degli stadi evolutivi di un oggetto nato già negli anni ’20, quando le radio cominciarono a diffondersi nelle case. Inizialmente erano realizzati con particolare attenzione all’eleganza e alla forma: mobili in legno, con manopole di comando esterne, valvole esterne, antenna a telaio e altoparlante a tromba.

Lo sviluppo tecnologico portò poi a circuiti e valvole migliori e quindi ricezioni migliori.

Anni ’50 | il Dopoguerra

Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale alla fine degli anni ’50 la maggior parte degli arredi domestici era realizzato, almeno in Italia, in legno, in tubolare metallico, destinati però a piccoli mercati locali o alle piccole serie. Era quindi necessario un cambiamento che si adattasse alle esigenze del nuovo mercato; Bisognava insomma garantire una vera serialità e omogeneità dei prodotti, oggetti facilmente lavabili, impilabili, studiati per risolvere problemi pratici e di flessibilità. Radiocubo soddisfava in toto tutte queste esigenze.

2007 | la nuova Radiocubo

Dal 2007 quell’arancio, che caratterizzava il manufatto originario di Sapper e Zanuso, non è più l’unico disponibile sul mercato. Brionvega ha infatti realizzato un nuovo modello, con una nuova interfaccia e disponibile in altre colorazioni: nero notte, rosso, bianco neve, arancio, giallo, verde menta.

[C’è da chiedersi se Zanuso e Sapper sarebbero d’accordo sulla nuova versione, ma insomma, questa è un’altra storia].

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via progarr.com

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