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Ci sono volte in cui quell’azione tanto deprecata dello scrolling sul cellulare porta qualcosa di buono. Ieri è successo proprio così, infatti. Stavo letteralmente passando da un profilo Instagram ad un altro senza troppo interesse, quando mi sono imbattuta in lui: Alexis Christodoulou.

Subito sono stata colpita dall’estrema calma che l’insieme di colori pastello e forme aggraziate mi trasmettevano. Poi ho pensato “Ma sono vere?”, per essere di nuovo rapita dalla sinuosità delle linee e dimenticarmi della domanda.

Ma chi è Alexis Christodoulou?

alexis christodoulou 3d interior render

Alexis Christodoulou

Alexis, originario di Cape Town, non è sempre stato un artista, anzi, la sua carriera comincia come copywriter in un’agenzia pubblicitaria. Sviluppa parallelamente al suo lavoro una grande passione per i render e i modelli 3D, che sfocia, dopo qualche anno, nel progetto No photographs. Just renders, pubblicato sul profilo Instagram. Vengono messi in scena architetture immaginarie e scenari surreali senza la presenza di umani, il tutto intriso di una particolare atmosfera sospesa.

“Fin da piccolo sono sempre stato affascinato dagli scenari ricreati nei videogiochi”, spiega Alexis, “Mi ha sempre irritato, però, la totale mancanza di un’estetica moderna e la tendenza di ambientare il tutto in un’atmosfera fantastica di un film di fantascienza o di una guerra del xx secolo”. Ed è così che l’artista decide di ricreare degli scenari del tutto personali, dall’estetica sinuosa e dalle forme pulite ed eleganti.

alexis christodoulou 3d interior render

alexis christodoulou 3d interior render

No photographs. Just renders

Il forte iperrealismo che si sprigiona dalla visione delle sue opere è evidenziato dai colori pastello e texture morbide e soft dei tessuti e delle superfici d’acqua tanto care all’artista, che a proposito dice: ” L’acqua con tutti i suoi riflessi è una texture estremamente piacevole da ricreare”. Aggiunge: “Oltretutto trovo molto divertente pensare di nuotare in ogni scena che creo”.

Il suo account contiene architetture del tutto immaginarie, ma che riportano elementi esistenti. Ci sono evidenti riferimenti all’architettura e al design modernisti, così come agli edifici brutalisti di Cape Town; Alexis ammette oltretutto di aver subito una grande influenza di alcuni grandi architetti, come Aldo Rossi, David Chipperfield e Le Corbusier , anche se a me vengono nitidamente in testa alcune opere metafisiche di De Chirico. Forse per gli archi, le prospettive quasi irreali o ancora per la totale assenza di persone, poco importa; è chiaro che Alexis Chritodoulou abbia negli occhi tante personalità che nella storia dell’arte e del’architettura hanno lasciato un’impronta non indifferente.

“Le mie scene sono sempre prive di esseri umani. Preferisco che le persone le esplorino per conto loro”.

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Il linguaggio dell’artista è comunque molto evoluto nel corso del tempo: le prime opere erano totalmente prive di qualsiasi pezzo d’arredamento, al contrario invece di quelle più recenti in cui vengono inseriti mobili e accessori (compare per esempio la famosa sedia S40 di Martin Stam, in un’insolita versione giallo canarino). Riconosce, in effetti, che il suo procedere, benché sembri essere molto coerente nell’insieme, è in realtà sempre orientato allo sconosciuto e al nuovo. Quella di Alexis è un incessante ricerca di un’estetica nuova, sempre più raffinata.

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