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Ho conosciuto Alberto Ghirardello durante il Design Lab organizzato da Leroy Merlin in collaborazione con Slow’d. Insieme abbiamo costruito il tavolo Sesto, progettato da lui per il concorso Design Lab 2016.
Alla fine della mattinata, abbiamo avuto tempo per scambiare alcune parole, e ne ho approfittato per fare la mia intervista.
Ho incontrato un ragazzo che ama il suo lavoro, capace di trasmettere la sua passione come se fosse la cosa più naturale del mondo, con semplicità.
Intervista Alberto Ghirardello
Raccontami di come sei arrivato al design: hai un legame con il design già dall’infanzia o il design è arrivato dopo? Come diventi designer?
Divento designer abbastanza a caso in realtà. Quando è arrivata l’ora di iscrivermi all’Università mi sono fatto un’idea di cosa c’era in giro. Dato che ho sempre avuto la passione di disegnare e fare le cose, mi sono iscritto allo IUAV di Venezia, indirizzo design.
Quando ho iniziato non sapevo a cosa stavo andando incontro e nel mentre ho scoperto che mi stavo appassionando. Ho fatto l’obbligatorio stage del terzo anno e ho capito che fare questo lavoro era davvero una figata. Così ho deciso di fare la specialistica qui a Milano nel 2007 e sono qui da allora. Durante gli studi ho lavorato qualche mese da Bartoli Design a Monza, uno studio che si occupa di progettazione e contract. Poi ho lavorato da Giulio Iacchetti qui a Milano; lui mi ha fatto fare la tesi al Politecnico, sono rimasto in studio ancora 3 anni e infine ho iniziato a fare design per conto mio.
Lavoro per le aziende, non faccio autoproduzione o cose troppo sperimentali: mi considero un designer industriale. Questo tavolino è fuori dai miei binari principali perché è molto fai-da-te: io sono più abituato a lavorare direttamente con le aziende, quindi questa cosa è stata molto particolare per me.
Intervista Alberto Ghirardello | Work in progress
Ti affascina di più la parte iniziale di creazione del concept o la parte produttiva e di prototipazione?
Mi affascinano entrambe le cose a livelli diversi: sicuramente la cosa che mi viene meglio è l’ideazione del concept. Su quello sono molto veloce e performante.
Mi interessa molto anche come evolve il progetto però sempre in relazione con le aziende. Io posso fare qualche modello per conto mio per capire dimensioni e volumi però poi lavoro con l’azienda: io propongo una forma e dimensione ma poi, a causa di vincoli tecnici produttivi, il prodotto cambia. È una sfida divertente riuscire a plasmare in progress il tuo progetto perché alla fine l’idea è sempre quella: bisogna solo dargli la forma giusta insieme all’azienda che deve produrla a fronte di un certo investimento.
Intervista Alberto Ghirardello | unprogetto
Descrivi draghetto a una persona che non può vederlo.
È una forma scultorea: quindi molto disegnata ma poco dettagliata. È una forma molto semplice con fattezze di un draghetto nel quale i connotati fisici sono dati da due rientranze che sono gli occhi e da una serie di protuberanze che fanno una crestina sulla testa e sulla schiena.
Chi è l’utilizzatore di questo draghetto?
In realtà chiunque perché in versione luminosa traslucida è una lampada da comodino per bambini; in versione non luminosa è un semplice soprammobile. Il termine soprammobile forse è un termine brutto: diciamo un complemento d’arredo, un’entità che dona un po’ di simpatia, colore e allegria alla casa. Che poi è quello che cerco di fare io con il mio lavoro: al di là dell’assodato concetto di forma e funzione, a me piace fare qualcosa di più, ovvero forma, funzione ed emozione. Mi piace aggiungere un tocco di ironia, di divertimento, qualcosa che fa riflettere, o qualcosa di più di cui parlare.
Intervista Alberto Ghirardello | La casa
Descrivimi il posto di casa tua che ti piace di più
Sicuramente la mia stanza: io vivo in condivisione con altri due amici/colleghi e ho la mia stanza studio, il giusto compromesso tra vita privata e lavoro. Io disegno costantemente… in treno, in ogni mio momento libero. Quindi avere scrivania e libreria da un lato e divano, letto e tv dall’altro è un equilibrio perfetto; se alla sera sto guardando un film e mi viene un’idea geniale per il lavoro che sto facendo sono subito lì e questo mi piace… è la mia stanza preferita perché è proprio il giusto mix tra lavoro e vita privata. Non c’è linea di confine: dove finisce l’uno inizia l’altro.
Intervista Alberto Ghirardello | Arte e design
Che differenza c’è tra arte e design?
Domanda molto spinosa: ci sono varie interpretazioni. Direi che è quasi impossibile rispondere. La mia personale opinione è che nel mondo dell’arte si progetta qualcosa ma fine a sé stesso. Non c’è accezione negativa o positiva, l’artista fa arte per una questione personale, per se stesso. Il design invece parte da un bisogno personale ma è finalizzato alla distribuzione industriale. Poi ci sono varie produzioni e varie sfumature, però il concetto è quello di fare qualcosa per gli altri e non per se stessi.
Intervista Alberto Ghirardello
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