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Intervista Ale Giorgini.

L’ho incontrato a Paratissima, durante la settimana dell’arte torinese, più di un mese fa. Mi sono resa conto che stavo fissando un ragazzo intento a disegnare su una IFbags, concentrata sul tratto, sul modo in cui muoveva rapido la mano sulla superficie. Ho alzato lo sguardo e mi sono accorta che quella mano apparteneva a lui, Ale Giorgini, l’illustratore vicentino che è capace di inventare e reinterpretare la realtà con uno stile unico e netto.

Tentenno un attimo e mi avvicino. “Complimenti, davvero… Quanto ci hai messo a farlo?” Lui guarda l’orologio “Un’ora…più o meno” “Wow…è bellissimo. Buona serata” “Buona serata”. Continuo la mia passeggiata e penso che avrei voluto fargli un sacco di domande, ma che probabilmente l’avrei disturbato. Torno indietro, e gli chiedo se ha ancora tempo. “Sto andando via, ma domani torno alle 17.30”

Intervista all’illustratore Ale Giorgini

Intervista Ale Giorgini famoso illustratore italiano

Qual è il legame tra la tua vita e le tue illustrazioni?

Dal punto di vista estetico, il modo in cui disegno, il segno grafico che utilizzo, l’estetica che creo fa visceralmente parte di me perché è la traduzione di una serie di influenze che mi riportano a quando ero bambino: i cartoni animati che guardavo in tv, i libri illustrati che leggevo, tutto quel mondo anni ’70 che parte dai Flintstones e arriva alle illustrazioni di Miroslav Sasek, passando per Paul Campani e Jim Flora.
Ciò che rappresento, allo stesso modo, fa parte di quelle che sono la mia visione e le mie passioni. Quello che disegno è sempre dettato da uno stimolo esterno: un film che vedo, una situazione nella quale sono coinvolto, un volto particolare che mi capita di incontrare o semplicemente una speranza che ho.

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È per te più importante il segno grafico o il contenuto?

Questo è un problema che in realtà non mi sono mai posto. Sicuramente vengo ricordato più per il segno grafico che per ciò che rappresento. Nonostante questo, io credo che vadano di pari passo: uno è funzionale all’altro. Utilizzare il mio segno grafico per disegnare paesaggi bucolici non funzionerebbe; una folla di persone intente a camminare in città diventa invece funzionale a quel tipo di approccio grafico.

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Descrivi le tue opere come se le dovessi descrivere a una persona che non le può vedere.

[su_quote cite=”Come nella vita reale: tutto è collegato anche se non riusciamo a vederlo!”][/su_quote]

Wow… [alcuni secondi di silenzio] …Immagina di essere a una festa delle medie, con i tuoi amici – il bicchiere di carta in mano con l’aranciata dentro – e a un certo punto si spengono le luci. Tu non puoi vedere cosa succede ma percepisci che tutto quello che ti circonda è collegato. Ecco, questo è ciò che mi piace fare: creare ambienti, panorami e situazioni in cui tutto è collegato. Io divento te che diventi il telefono che diventa le parole che sto dicendo… Immagina un filo che racconta più storie: come nella vita reale; tutto è collegato anche se non riusciamo a vederlo.

Ma cosa c’entrano interior e design con l’illustrazione?

Lampada per bambino Ale Giorgini Pinocchio Lampada per bambino Ale Giorgini Pinocchio

Ho visto Mobi, me la racconti?

Mobi è stata una scommessa nata dall’incontro con un designer che vive nella mia stessa città, Vicenza. Non ci conoscevamo, ci siamo incontrati nei corridoi di una mostra e lui si è appassionato alle mie immagini, così come io mi sono appassionato al suo lavoro, alla sua capacità di trasformare i segni sulla carta in qualcosa di tridimensionale, che puoi toccare e che puoi abbracciare. È nata come una scommessa che lui ha rivolto a me: “Cosa ne pensi di disegnare un oggetto di utilizzo comune affrontando la sfida come un illustratore? Non dev’essere un oggetto che deve stare fermo immobile e svolgere una funzione. Pensa di dover raccontare una storia con quell’oggetto.”

Ho pensato al comodino di un bambino, alla buonanotte, e alle favole. Fra i tanti sketch è nata quella balena con dentro pinocchio che si scalda nel freddo dell’oceano con una luce che è quella che poi si accende e fa vedere il personaggio all’interno della balena. Il progetto è stato concretizzato da MYYOUR, che ha messo in produzione la lampada e ha scommesso su questo progetto, che sta andando veramente molto bene.

Qualcosa di casa tua

Intervista Ale Giorgini famoso illustratore italiano

Qual è il posto di casa tua che ti piace di più?

Il posto è sicuramente il salotto, il soggiorno, perché mi rappresenta. Casa mia è una vecchia casa anni ’60, ristrutturata, e quindi il salotto è molto grande e luminoso e io sono circondato da cose che mi piacciono: i poster cinematografici che nel corso degli anni ho collezionato, i miei dvd, la mia collezione di whiskey, gli oggetti e i toys che colleziono.

E qual è il tuo posto preferito in soggiorno?

Il luogo nel luogo che più mi piace è il divano, dove guardo film e serie tv e dove tutti i giorni ho un rito con il mio cane: dopo pranzo ci mettiamo lì, lei si accovaccia di fianco a me e ci guardiamo una serie tv o un film.

Ultima cosa. Dovresti compilare la pagina di questo quaderno per me.

Intervista Ale Giorgini famoso illustratore italiano

Le immagini di questo post sono, nell’ordine:

Reality TV in the 2016 | fotografia di Davide Buscaglia | That’s amore | Mobi lamp

 

Qui potete trovare tutte le mie INTERVISTE:

PAOLO DEMO

LETIZIA IANNACCONE

RON GILAD

ALBERTO GHIRARDELLO

MENEGHELLO PAOLELLI ASSOCIATI

ANDREA ANTONI