Il genere delle illustrazioni botaniche ha radici molto lontane nel tempo, che vede la massima diffusione nel XVIII secolo. Grazie al perfezionamento delle tecniche di stampa, le illustrazioni botaniche vennero affiancate ai trattati scientifici e di tassonomia e crebbe l’esigenza di veri e propri illustratori botanici professionisti. Era (ed è) necessaria un’altissima capacità di osservazione e di ricerca; registrare, appuntarsi e rimanere fermi a guardare, esercitare la pazienza e amare le cose che crescono impercettibilmente e con lentezza.
L’epoca delle illustrazioni botaniche non è finita però, anzi sembra che i fiori e le piante suscitino di nuovo (o ancora?) un grande fascino tra gli artisti, che sulla tradizione settecentesca giocano, rielaborano e inventano pattern tutti nuovi.
Carlotta aveva già scritto su come arredare con carta da parati botanica
Adele Pelizzoni
Adele si definisce illustratrice botanica e io aggiungerei una di quelle con la I maiuscola. Sì, perché Adele ha passato parte della sua vita a studiare le specie botaniche dell’Orto Botanico di Bologna. Per lei l’illustrazione è pazienza, studio riflessione, ma soprattutto un metodo da affinare sempre. Adele studia non solo la pianta dal punto di vista artistico, ma anche (e soprattutto) da un punto di vista estetico e biologico; ciò significa interessarsi all’habitat e alle caratteristiche specifiche. Basta dare un’occhiata agli sketches del progetto Wild roses of the Bologna region, per tuffarsi in una raccolta di disegni che ricordano quelli di Dürer, arricchiti da appunti e indicazioni da vera scienziata.
Piera Luisolo
Il sistema analitico mi ha lentamente portato a considerare ogni erba spontanea come un piccolo universo meravigliosamente autonomo.
Così racconta il suo lavoro Piera Luisolo, che ha da poco concluso un progetto, per ora non pubblicato, dal titolo Corpi Vegetali. Si tratta di una sorta di erbario nato dalle esplorazioni nelle campagne piemontesi, dove ha raccolto felci, foglie e pezzi di corteccia, poi illustrate e riprodotte grazie all’antica tecnica di stampa a impressione diretta.
Sasha Prood
Originaria di Philadelphia, Sasha Prood crea degli alfabeti dalle curiose forme botaniche, ma anche di piccoli animaletti, batteri, i cibi che mangiamo e caramelle. Sasha seleziona le cose della realtà e le rimodella sotto forma di lettere, forme apparentemente amorfe ma che diventano altro. Abbecedari originali che ricordano i quaderni delle elementari.
Boccacini Meadows
Sara Boccacini Meadows vive a Brooklyn, guarda la realtà e la disegna creando pattern e texture ispirate alle forme della natura per i tessuti e per l’editoria. I suoi lavori sono un affastellarsi di figurine, fiori, persone, piante e rametti che fanno appello al famoso horror vacui da cui spesso rifuggiamo, ma che qui sembra invece rassicurarci e riportarci a una dimensione dolcissima e infantile.
Ciao! Sono Adele Pelizzoni, ho visto solo ora questo articolo e volevo ringraziarti per la condivisione e le belle parole!