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“Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa – non importa quanti esattamente – avendo pochi o punti denari in tasca e nulla di particolare che m’interessasse a terra, pensai di darmi alla navigazione e vedere la parte acquea del mondo”.

Inizia così Moby Dick, il romanzo di Erman Melville. Forse il romanzo che di viaggi più se ne intende e a cui gli illustratori partecipanti all’esposizione “I tropici mamma, mi ci porti?” si sono ispirati.

In occasione dei Torino Graphic Days, lo studio Panama Design di via Passalacqua si è trasformato in una nave. La grande vetrata liberty del piano terra era un unico grande oblò; la scala che portava al piano superiore era l’unico passaggio per raggiungere il ponte della nave. E il ponte si affacciava sul mare, visibile da prua da dietro una fine ringhiera. Poi, le pareti bianche per ospitare le opere dei componenti della ciurma di Panama Design.

La tavola da surf nel mezzo della stanza al primo piano era quella di Mastereaster, ovvero Patrizia Mastrapasqua, attorno alla quale erano appese le opere di sei altri artisti. A ogni illustratore è stato affidato un titolo, come un mantra rappresentativo delle proprie opere. Ogni frase poteva essere letta anche al contrario, proprio come i viaggi in mare, dove non c’è senso obbligato. Derive, arrembaggi, lunghe fughe e ritorni. Tutto e il contrario di tutto.

Torino Graphic Days Panama Design I Tropici Mamma, mi ci porti

>>> Te ne avevo parlato sull’anteprima del festival.

Illustrazioni e palindromi

A essi do l’Odissea. Ovvero Gabriele Pino, con le sue sirene, i suoi venti personificati e un po’ di sana e necessaria mitologia. Gabriele mi stupisce sempre per la sua capacità di ricercare e attingere a un bagaglio culturale antico, che sembra essere dimenticato. Quello del mito, della saggezza popolare e delle leggende. Definirei quella di Gabriele una ricerca intellettuale che poi diventa disegno, comprensibile a tutti anche e soprattutto ai bambini.

Isole per re pelosi, sono quelli di Roberto Gentili. Quattro lavori molto diversi tra loro come tecniche, ma nei quali mostri marini sono sempre i protagonisti.

O rematore nero, t’amerò. Il titolo attribuito a Clorophilla è la storia di Santa Rosalia e del suo viaggio dalla Sicilia alla Liguria. Clorophilla (ovvero Ludovica Basso) ama infatti intervenire sulle storie e le icone della tradizione occidentale e non, tramite una molteplicità di tecniche davvero sorprendente. Per lei l’illustrazione non è solo disegno, ma anche collage, pittura su ceramica, ricamo e cucito!

Insieme a loro, anche Elisa Baldissera, Federica Ubaldo e Chiara Morra hanno esposto nella nave di Panama Design.

Torino Graphic Days Panama Design I Tropici Mamma, mi ci porti

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Sirene Journal

Queste sono le occasioni in cui, oltre ad ammirare le cose, si scoprono progetti. Uno di questi è Sirene Journal. Mentre camminavo tra le illustrazioni, mi sono imbattuta in una rivista dalle pagine grigine, aperta nel mezzo. È stato il titolo di un racconto ad attirarmi, “La forma liquida dell’estate”, scritto in un carattere fine ed elegante. Sirene Journal è un magazine che abbraccia il mare e i suoi naviganti; surfisti, avventurieri, lupi di mare, velisti, turisti per caso, turisti per sempre, capitani coraggiosi, accomunati dall’implacabile ricerca del senso di libertà. Il tutto, con un occhio di riguardo per quelle tematiche climatiche e ecologiche che di fatto, sono fondamentali per la vita di questi mari.

Torino Graphic Days Panama Design Sirene Journal

via joelyward.co.uk.